Anche quest’anno è stato presentato “Ecosistema Urbano“: la classifica della sostenibilità tra i 104 capoluoghi di provincia italiani, offrendo una preziosa occasione per valutare gli scivoloni verso il basso come i progressi già agguantati e quelli che ancora rimangono da conquistare. Il rapporto, giunto alla 24esima edizione, è uno degli appuntamenti fissi annuali di Legambiente.
Per questo 2017, e non è la prima volta, emerge un quadro molto variegato della situazione. Sono ben 16 gli ambiti cittadini a cui viene assegnato un punteggio, divisi a loro volta in specifici macro-ambiti: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.
Ancora una volta a farla da padrone sono molte città del nord: a capo della classifica troviamo infatti la città lombarda di Mantova seguita dal duo di Trento e Bolzano. A fondo classifica, invece, “primeggia” l’Italia centro meridionale visto che la maglia nera è andata ad Enna, Brindisi e Viterbo.
Sorprendono le basse posizioni di Napoli (86esima) e Roma (88esima) che, tuttora, risultano incastrate dall’emergenza smog e rifiuti. A preparare il dossier per Legambiente sono stati Mirko Laurenti e Alberto Fiorillo, il responsabile dell’ufficio aree urbane.
“Si potrebbe esser tentati di estrarre una immodificabile formula matematica dai dati di Ecosistema urbano. Affermare che la qualità ambientale è cosa che appartiene in via esclusiva alle piccole e medie città del Nord sarebbe però parziale e iniquo rispetto ad alcune realtà che si danno da fare, lavorano e si trasformano anche in altre aree del Paese come Oristano, Pesaro, Cosenza o la stessa Milano che di sicuro non è una cittadina di provincia” commenta Fiorillo. Il Belpaese però “ in uno o più ambiti produce ottime performance o raggiunge l’eccellenza. Il rammarico è legato al fatto che questa eccellenza non riguarda in nessun capoluogo tutti gli aspetti della qualità ambientale e dei servizi al cittadino” prosegue lo stesso Fiorillo.
«Quella urbana – sintetizza insomma la presidente di Legambiente Rossella Muroni – è una grande questione nazionale. Nelle città si gioca una partita importante, è qui che passa la sfida dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, della coesione sociale e dell’integrazione, della rigenerazione urbana e una parte della lotta ai cambiamenti climatici”. Per questo motivo, a conclusione del suo intervento, la numero uno dell’associazione ambientalista italiana spiega che “è fondamentale che a livello nazionale venga definito un piano per le città metropolitane che garantisca investimenti economici e politiche coerenti per sostenere i comuni virtuosi ma, anche e soprattutto, per colmare vuoti di competenze e di volontà politica che stanno condannando, ad esempio, il nostro Paese a soffocare nello smog».